La guerra dell’ombra: infiltrarsi oltre i confini della rivoluzione

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Le guerre dell’età rivoluzionaria e, in seguito, napoleonica non si limitarono alle grandi battaglie tra i grandi eserciti europei, ma si svolsero anche nell’ombra, attraverso operazioni segrete. Particolarmente interessante fu la guerra di spionaggio condotta tra agenti britannici e francesi, una lotta fatta di misteri, segreti e azioni straordinarie. Questi scontri avevano un unico obiettivo: cambiare il fragile equilibrio del continente europeo, sconvolto dagli eventi che ebbero inizio nel 1789, l’anno in cui la storia voltò pagina.

Con questo articolo mi concentrerò, nello specifico, sul ruolo che ebbero i servizi segreti britannici durante queste guerre.

Lo spionaggio inglese nella francia rivoluzionaria

Siamo nell’anno 1810, nell’Europa dominata dall’imperatore francese Napoleone Bonaparte, l’ex ministro inglese Lord Grenville [1] cominciò a scrivere le sue memorie dopo che la sua carriera politica era giunta al termine.

Grenville descrisse le guerre combattute contro la Francia rivoluzionaria e, poi, napoleonica usando queste parole: “Guerre di insolita durata e ferocia; anarchia e spargimento di sangue civile, esili, proscrizioni, assassini e omicidi giudiziari, la specie peggiore del peggior crimine”.[2]

In effetti i conflitti di questo periodo, furono combattuti con metodi innovativi sia nella guerra tra gli eserciti sul campo e sia nella guerra che coinvolse le spie dei servizi segreti di entrambe le fazioni. Il Settecento fu un secolo in cui lo spionaggio crebbe in maniera elevata in mezzo alla diffusione di varie società segrete.

Già ai tempi di Luigi XIV e Luigi XV, la Francia sviluppò una efficace rete di spionaggio poliziesco, mentre in Gran Bretagna l’intelligence era già sviluppata ed avanzata dai tempi della regina Elisabetta I, che aveva a suo servizio il celebre spymaster, Sir Francis Walsingham.

Le reti di spionaggio inglese, già all’epoca avevano la capacità di spiare i vari monarchi europei. L’elemento dello spionaggio elisabettiano si rifletteva anche nei quadri che raffiguravano la regina con gli abiti cosparsi di occhi.

Il ruolo degli inglesi nello spionaggio contro il governo rivoluzionario è stato rivalutato rispetto al passato dove, specialmente in Francia, le sue azioni vennero essenzialmente minimizzate, anche se arrivarono perfino a corrompere ministri all’interno del governo francese.

La rivoluzione francese, cominciata nel 1789, fu un evento epocale che destabilizzò gli equilibri del continente europeo in modo poderoso. La Gran Bretagna, in questi decenni turbolenti, dovette sia combattere la Francia rivoluzionaria, e in seguito napoleonica, sul continente, e sia proteggere la sua terra dalle correnti rivoluzionarie e dalle spie provenienti dall’Europa, con una particolare preoccupazione nei confronti dell’Irlanda che in quegli anni ribolliva pericolosamente. Gli obiettivi inglesi nei confronti della guerra contro la Francia erano complessi e anche se si era d’accordo sul fatto di restaurare la monarchia nel paese, non tutti erano d’accordo sulla forma che doveva assumere un nuovo governo francese. Alla fine la Gran Bretagna adottò una politica mista nella guerra contro la Francia.

Ovviamente il governo di Londra, per raggiungere i suoi obbiettivi, avrebbe dovuto essere al corrente degli avvenimenti che erano in corso in Francia, specialmente nella capitale. Per questo motivo bisognava organizzare una rete di spionaggio che avrebbe dovuto infiltrarsi in territorio francese per trovare alleati che fossero disponibili a cedere loro informazioni segrete, allo stesso tempo si stabilirono canali di comunicazione tra gli agenti infiltrati e Londra.

Si pensò di fomentare movimenti anti rivoluzionari francesi arrivando a cercare di fare cadere il governo nemico. Però il sistema aveva anche un punto debole, in effetti i realisti francesi pagati dagli inglesi, fornivano informazioni dettagliate e affidabili in base alla quantità di denaro ricevuta. Nel 1795 esistevano quattro diverse reti principali di spionaggio inglese.

Le prime tre erano state organizzate da William Wickham [3], anche se c’erano già comunicazioni fra le isole del canale della Manica con cui si supportavano anche i chouan bretoni. Inoltre, le isole Saint-Marcouf, situate sul lato orientale della penisola di Cherbourg in Normandia, fungevano da collegamento postale con Parigi.

Queste piccole isole vennero controllate per molto tempo dall’ufficiale della marina britannica Price, a cui poi si aggiunse, nel 1795, anche il capitano William Sidney Smith (una figura che spiegherò nel dettaglio più avanti).

Invece, la Svizzera era il centro da cui si diramavano le azioni di spionaggio inglesi nel continente. Su questo punto Grenville disse a Wickham il 9 dicembre 1794: “Riceviamo poche informazioni dalla Francia, su cui si può fare molto affidamento, riguardo alla disposizione generale del Paese, o agli eventi nelle province interne e meridionali, eccetto ciò che arriva attraverso la Svizzera. Sarebbe quindi estremamente importante che vi impegnaste al massimo per procurarvi informazioni costanti e dettagliate da lì: e generalmente sarà presto come qualsiasi altra cosa che riceveremo… riguardo alla situazione generale del Paese. È appena necessario aggiungere che la spesa per quello scopo sarà considerata molto ben impiegata”. [4]

L’agenzia Svizzera era formata da emigrati francesi, alcuni di facevano parte del comité français situato a Londra. Nello specifico Wickham si affidava al marchese de Monciel che era un ex ministro francese. Esisteva un’agenzia segreta fondata da Wickham che era collegata a una corrispondenza di Parigi e Lione.

Riassumendo, nel 1796, la forza dei servizi segreti britannici si diramava nelle profondità del territorio francese grazie alle basi in Svizzera e nelle isole del canale della Manica e parallelamente aveva un sistema di controspionaggio abbastanza efficace per vanificare le azioni di spionaggio francesi.

Il metodo dello spionaggio

Le informazioni ottenute dall’intelligence erano di varia natura: politico, militare, economico e sociale. Nello spionaggio è consigliato avere più fonti per analizzare lo stesso obbiettivo, poiché permette di verificare i risultati confrontandoli con le diverse informazioni ottenute, acquisendo così una più elevata probabilità di comprensione e di affidabilità delle fonti trovate.

Per questo motivo gli inglesi dalla Francia ricevevano dati da più informatori. Dopo che le informazioni erano state ottenute dovevano essere studiate per ricavarne delle informazioni utili, ovviamente l’analista deve considerare vari fattori quando ne analizza il contenuto: la natura, la qualità e il contesto della fonte ottenuta.

Con questa analisi si può comprenderne il significato e come queste informazioni possano modificare la pianificazione delle operazioni. Inoltre, un’altro punto da analizzare è chi ti fornisce le informazioni. Anche a quell’epoca erano comuni le operazioni per attuare complotti oppure operazioni clandestine.

Si attuavano evasioni di detenuti, circolazione di denaro falso e propaganda fino ad operazioni più complesse come omicidi, rapimenti, colpi di stato o la fomentazione di rivolte. I capi delle spie e i comandanti delle varie organizzazioni, sia francesi e sia inglesi, provenivano dalla società aristocratica o comunque da classi sociali elevate, al contrario, le spie e gli agenti segreti provenivano da ogni gruppo sociale.

I nobili francesi che si impegnavano in questo campo erano motivati dalla volontà di riprendersi i privilegi e i beni materiali perduti per colpa della rivoluzione oltre che dalla possibilità di sfuggire alla noia. La maggior parte delle spie era composta da uomini, ma in Francia, anche molte donne erano partecipi di queste attività.

Per quanto riguarda il reclutamento di agenti per operazioni indirizzate verso la Francia e la Gran Bretagna, il governo rivoluzionario si affidava ai radicali irlandesi per operare segretamente nel territorio del nemico, mentre i leader realisti francesi, se residenti all’estero, utilizzavano altri emigrati che come loro erano fedeli alla monarchia, mentre, in Francia, cercavano alleati direttamente sul territorio nativo.

Alcuni agenti si proponevano volontariamente, ma in altri casi si cercavano in modo specifico, ovviamente era importante analizzare il background e la posizione politica attuale dei potenziali nuovi agenti che si volevano reclutare.

L’utilizzo di nomi falsi era un metodo comunemente utilizzato da molti agenti segreti [5], per nascondere la propria identità, inoltre, l’utilizzo di passaporti fasulli garantiva l’attraversamento nei paesi stranieri senza avere la paura di essere scoperti e con il rischio di finire imprigionati.

Anche l’uso di nomi in codice nelle corrispondenze era essenziale per proteggere l’identità dei vari agenti. Per gli inglesi la corruzione era un metodo efficace per riuscire a guadagnare informazioni dalla Francia specialmente se si pagava con una forte valuta o con l’oro.

Per gli agenti era essenziale conoscere bene il territorio in cui operavano, avere persone che supportavano le loro attività, luoghi sicuri in cui rifugiarsi, soldi e viveri, in più bisognava pianificare attentamente i piani da mettere in atto. Quando l’agente riusciva a raccogliere informazioni, procedeva ad inviarle al proprio referente, questi dati potevano essere spediti nella loro forma normale oppure aggiungendo un rapporto con delle analisi o dei commenti scritti dall’agente. I mezzi con cui i dati venivano inviati al referente erano molteplici, dal trasporto marittimo a quello terrestre oppure venivano affidati ad altri agenti o a persone affidabili.

Questo conflitto nell’ombra raggiunse il suo culmine con gli eventi del complotto di Cadoudal del 1803/1804 che aveva l’obiettivo di uccidere Napoleone Bonaparte, l’assassinio del Duca d’Enghien e le enigmatiche morti del generale Pichegru e del capitano John Wesley Wright nella famosa prigione del Tempio a Parigi.

L’Alien Office

L’Alien Office, una sottosezione dell’Home Office, fu creato nel 1793, inizialmente, per gestire il lavoro di registrazione che si formò dall’Alien Act [6], ma questa organizzazione, come vedremo, si sviluppò velocemente nel campo dello spionaggio gestendo varie reti di agenti segreti presenti nel continente europeo, in particolare all’interno della Francia e del suo governo.

Questo ufficio era essenzialmente il prodotto nato dal Police Act, del 1792, e dal già citato Alien Act, inoltre viene menzionato raramente dai registri governativi anche se, tra il 1793 fino al 1806, l’Alien Office fu l’ufficio amministrativo del servizio segreto britannico, secondo Elizabeth Sparrow, un’importante studiosa dello spionaggio britannico, fu anche il precursore del S.O.E (Special Operation Executive) e del Military Intelligence (M.I. 5 e M.I. 6). L’ufficio, nel 1798, venne posizionato a Crown Street, vicino alla più famosa Downing Street. Gli agenti che lavoravano per l’Alien Office venivano impiegati anche per aiutare gli uffici doganali a Dover, sorvegliando tutte le persone che provenivano dalla repubblica francese. Prima della creazione di questo ufficio ne esisteva un’altro, che era datato all’epoca delle rivolte giacobine e che teoricamente faceva parte dell’ufficio postale, inoltre, era talmente segreto che non aveva un nome ufficiale, i pochi che erano a conoscenza dell’esistenza di questo ufficio lo chiamavano “foreign letter office” e il responsabile veniva chiamato “foreign secretary”. William Husskinson inizialmente, fu il direttore dell’Alien Office, ma in seguito il suo posto venne preso da William Wickham, quando, nel 1794 cambiò il governo britannico.

L’ufficio, dalla registrazione degli immigrati stranieri, arrivò ad analizzare le informazioni che venivano prelevate dalla Francia e che in seguito li portarono a pianificare movimenti anti rivoluzionari all’interno del paese nemico. Gli agenti filo monarchici che erano legati all’Alien Office attuarono dei tentativi di assassinio contro Napoleone Bonaparte che culminarono con il famoso attentato della rue Saint-Nicaise.

Anche durante l’età della Francia imperiale furono organizzati complotti per rovesciare il regime nemico, contando anche sui malcontenti presenti, ma alla fine fallirono tutti. Per combattere la polizia francese di Parigi, l’Alien Office, creò una forza contro poliziesca con l’aiuto di agenti presenti in zona, inoltre non si focalizzava nei rapporti con un unico gruppo filo monarchico, ma su molti che erano in competizione tra di loro.

Uno dei gruppi più importanti era quello con a capo Raoul Gaillard che essenzialmente coordinava i collegamenti con i generali francesi non del tutto fedeli alla repubblica. Gli inglesi comunicavano con lui utilizzando nomi falsi, per la precisione se ne contano otto controllando la corrispondenza che aveva con Wickham.

L’Alien Office, dopo la definitiva sconfitta di Napoleone, ebbe una lenta decadenza che infine lo portò alla scomparsa.

Il dilemma della Gran Bretagna sulla controrivoluzione francese

Dopo lo scoppio della guerra contro la Francia, nel 1793, il governo britannico doveva pensare al problema del sostegno ai controrivoluzionari francesi. In Francia si stava già verificando una guerra civile fra i rivoluzionari e i gruppi che invece li si opponevano.

Il problema per la Gran Bretagna non era quello di decidere se intervenire oppure no negli affari interni francesi, ma invece si interrogavano su come farlo e inoltre, il gabinetto inglese cambiava opinione in base alla situazione mutevole in Francia. Sì voleva che la monarchia fosse restaurata, ma non si era deciso in quale forma, perfino re Giorgio III non si era interrogato su chi mettere sul trono di Francia una volta ristabilita la situazione pre rivoluzione.

Dopo la sconfitta a Tolone, si arrivò a scegliere fra il sostegno agli ultra monarchici dell’ovest oppure ai costituzionalisti.

Sia Wickham che Pitt erano favorevoli nel supportare gli ultra monarchici. Invece, il politico francese Jean Joseph Mounier, sostenuto da altri nobili, cercò di convincere Lord Grenville a dare supporto ai costituzionalisti.

Da questa situazione di incertezza, il barone de Nantial, che faceva parte del comité français, fu invitato a Nantes nel 1794 per controllare di persona la situazione, dal risultato di questo viaggio fu deciso un maggiore sostegno alle rivolte in Vandea. Al contrario, nell’ottobre del 1793, Mounier partì per per la Svizzera per parlare con un gruppo di importanti costituzionalisti.

Da questo incontro nacque il memoriale dell’ottobre 1794, che affermava il fatto che almeno due membri della convenzione situata a Parigi, volevano la pace.

Wickham venne a sapere dell’arrivo del memoriale da una notizia portata all’Alien Office da un membro del comité français. Grenville ordinò a Wickham di andare in Svizzera per trovarne le origini, e di conseguenza partì velocemente senza soldi e credenziali diplomatiche.

Il memoriale servì per ridurre il sostegno alla Vandea e per evitare una rinascita del vecchio regime assolutista. Perciò la rivolta in Vandea su repressa dal governo francese mentre, per i seguenti cinque anni, Wickham avrebbe fatto tutto il possibile per scatenare una nuova controrivoluzione in Francia.

La figura misteriosa di James Talbot

Una delle figure più importanti dello spionaggio inglese dell’epoca era quella di James Talbot che è stata sconosciuta e avvolta nel mistero per quasi due secoli, fino a quando, nel 1987, sono diventati disponibili i suoi manoscritti. Non esistono quadri o schizzi che ne raffigurano il suo aspetto rendendolo ancora oggi un personaggio enigmatico.

Talbot nacque, forse nel 1768, nel castello di Malahide nella contea di Dublino. Proveniva da una famiglia che da cattolica si era convertita al protestantesimo, inoltre erano imparentati con il famoso politico inglese Lord Grenville grazie ad un matrimonio avvenuto fra i membri delle due famiglie e perciò la sua ascesa nella carriera diplomatica fu avvantaggiata. Grenville all’inizio pensò di inviare Talbot in Francia con il ruolo di commissario segreto per le armate filo monarchiche.

Si trattava di un compito molto rischioso che alla fine non venne portato avanti proprio per questo motivo, inoltre Talbot invece di mantenere il segreto aveva rivelato questa missione a suo zio chiedendogli di rivelarlo anche alla madre.

Alla fine, Talbot, nell’ottobre del 1796 seguì il conte di Malmesbury fino a Parigi durante la sua prima missione di pace, nonostante i negoziati fallimentari, grazie a questo viaggio, ebbe la sua prima esperienza nel campo della diplomazia ad alto livello.

Quando tornò in Inghilterra, Grenville lo nominò vice capo dell’ambasciata della Gran Bretagna in Svizzera. Dimostrò una grande capacità per questo lavoro e alla fine dell’anno, prima di ritornare a Londra, ebbe l’approvazione ufficiale per portare avanti un grande complotto contro il Direttorio che aveva l’obiettivo di distruggerlo, anche se questo piano, alla fine, non venne mai attuato [7].

In seguito, usando un falso nome, si recò in Svevia con il fratello minore che svolgeva il compito di segretario e corriere confidenziale. Talbot si occupava del trasferimento delle forniture di denaro per le varie agenzie, ma dopo l’annullamento dell’operazione per distruggere il Direttorio, divenne incapace di gestire le varie agenzie insieme ai loro costi.

Per questo motivo si pensa che Talbot non sia stato capace di evitare l’assassinio di un’intera delegazione francese a Rastatt, in Germania, nell’aprile del 1799, ma non c’è da escludere che potrebbe essere stato addirittura lui il vero responsabile di questo accaduto. Ormai la carriera di Talbot fu compromessa, dopo una sua nomina in un ambasciata britannica a Parigi utilizzata come copertura per le sue attività da spia, lasciò la Francia dopo lo scoppio di una nuova guerra nel 1803.

Per evitare di essere identificato come spia, bruciò i suoi documenti per poi tornare a Londra ritirandosi dal suo lavoro. Infine, morì il 20 Dicembre 1850 a Somerset in Inghilterra.

Fuga da Parigi: l’operazione di salvataggio di Sidney Smith e John Wright

Una delle missioni più incredibili compiute dall’intelligence inglese durante quest’epoca, fu il salvataggio del capitano Sidney Smith e del suo segretario John Wright, imprigionati nella prigione del Tempio a Parigi, il cuore della Francia rivoluzionaria. Smith e Wright svolgevano operazioni segrete in territorio francese, in particolare Smith le compiva nella zona della Manica tra il 1795 e il 1796.

Sidney Smith era un agente segreto che aveva già partecipato a delle missioni di raccolta di informazioni sulle capacità navali russe e turche nel Mar Nero su richiesta di Lord Grenville. Era capitano della fregata Diamond e inoltre comandava uno squadrone di imbarcazioni situate al largo delle coste settentrionali e orientali francesi.

Il capitano Smith, nello specifico, aveva il compito di condurre operazioni contro le navi mercantili della Francia, inoltre doveva catturare i corsari che depredavano le imbarcazioni inglesi, intercettare le navi neutrali e raccogliere informazioni in ambito navale.

Questi erano gli ordini ufficiali, ma in realtà il capitano compiva anche operazioni segrete che richiedevano la sua conoscenza della lingua francese, dei porti della Manica e quelli delle coste Atlantiche, insieme alla sua esperienza nelle missioni costiere.

Smith era sottoposto agli ordini del comandante della flotta della Manica di nome John Warren anche se le sue attività di spionaggio gli davano molta autonomia. Le sue missioni segrete riguardavano la creazione e il mantenimento delle comunicazioni tra gli agenti inglesi situati nelle isole del Canale, in Svizzera e le loro controparti francesi filo monarchiche che si trovavano nella Francia occidentale.

Smith fece anche sbarcare o imbarcare agenti segreti in Francia finanziando con denaro e armi gruppi di realisti di Bretagna e Normandia (gli Chouan). Il suo aiutante, l’agente John Wright, ricopriva un incarico navale solo come copertura per le sue attività segrete.

Wright conosceva il francese e il russo dopo aver trascorso cinque anni a San Pietroburgo per motivi legati al suo lavoro in ambito commerciale. Non si sa invece come riuscì a diventare un’assistente di Smith.

Wright compiva anche missioni segrete direttamente sul suolo francese, accompagnato da un ingegnere militare e filo monarchico francese Louis-Edmond Picard de Phélippeaux. Il 17 aprile 1796 la nave che trasportava entrambi [8] venne accerchiata e catturata dai francesi sulla Senna, precisamente nei dintorni di Le Havre.

Non vennero classificati come prigionieri di guerra poiché i francesi sospettavano delle loro presunte attività di spionaggio e quindi il 3 luglio furono rinchiusi entrambi nella prigione del Tempio a Parigi.

La Royal Navy non aveva intenzione di abbandonare Smith in mani nemiche perché era una risorse troppo utile per perderla. Quindi il governo britannico cominciò a trattare direttamente con il Direttorio per ottenere il suo rilascio spingendo per far classificare Smith con lo status di un prigioniero di guerra per poi scambiarlo con un prigioniero francese.

La Francia non voleva cambiare la sua posizione in merito e così Lord Malmesbury, che abbiamo citato prima, minacciò di revocare la libertà vigilata a tutti gli ufficiali francesi in mano inglese se Smith non fosse stato liberato. In seguito il Direttorio confermò che Smith, per loro, non era un prigioniero di guerra. Così gli inglesi abbandonata la strada diplomatica si rivolsero a quella clandestina, un piano per liberare Smith e Wright cercò di essere attuato da parte di un gruppo di filo monarchici mediante l’utilizzo di un tunnel sotterraneo che avrebbe dovuto raggiungere la prigione, ma crollò decretandone il fallimento.

Nel frattempo il tempo passava e il governo inglese doveva agire in fretta per riuscire a salvare i due prigionieri. Sì cercò di stabilire contatti diretti con Smith e Wright mentre bisognava capire com’era la situazione interna a Parigi, ed è qui che si giunge all’arrivo, della già nominata, delegazione inglese per la pace a Parigi nel 1796, che aveva al suo interno anche Talbot e George Ellis. Entrambi furono incaricati di raccogliere informazioni e di mettere in contatto agenti inglesi e monarchici francesi.

Talbot ed Ellis furono in grado di comunicare con Smith, Wright e un inglese di nome Robert Swinburne che si occupava dello scambio di prigionieri di guerra, inoltre il governo inglese riuscì ad entrare in contatto con i due detenuti anche grazie all’aiuto di agenti francesi filo monarchici.

Altri agenti di nome D’Andrè, Jean Marie Francois e Jacques-Jean Marie de Tromelin contribuirono a mettere in contatto il governo britannico con Smith e Wright. Grazie a questi tasselli la Gran Bretagna era pronta a riportare a casa entrambi i prigioneri. Nel frattempo in Francia, nel 1798, la situazione era cambiata.

A seguito del colpo di stato del Fruttidoro avvenuto l’anno prima, il Direttorio era in ascesa e non aveva più motivo di lasciare in prigione Smith e Wright, anche perché non trovavano prove per accusarli effettivamente di spionaggio e ritenevano che se fossero stati liberati non sarebbero stati una reale minaccia.

Perciò volevano spingere per un’evasione assistita insieme agli inglesi che avevano ancora tutto l’interesse a riportare a casa i due detenuti. Perciò il servizio segreto britannico scelse un gruppo di agenti per questa operazione. L’agente segreto danese Richard Etches si pensa che fu messo a capo dell’operazione, il conte Antoine Viscovitch, John Keith e il banchiere William Herries furono incaricati di prendere contatti con Fouché o Barras che furono corrotti per aiutare gli inglesi nell’operazione.

Il denaro fu fornito dalla banca di Herries mentre D’André aveva già dato segretamente del denaro a Smith e Wright dentro la prigione per dargli la possibilità di pagare direttamente lì, i soldi erano anche forniti da Wickham grazie ai suoi banchieri in Svizzera. Etches e Tromelin usarono i soldi per corrompere anche le guardie con l’obbiettivo di migliorare le condizioni di Smith e Wright, così facendo Etches riuscì a visitare spesso la prigione per informare i due detenuti sull’andamento dell’operazione.

Nel frattempo, Phélippeaux stava organizzando i mezzi da utilizzare per scappare. Aveva assoldato due agenti filo monarchici che dovevano fingere di essere soldati francesi, poi si procurò una carrozza da utilizzare per raggiungere la costa con un percorso prestabilito per arrivarci in sicurezza. Infine, utilizzando la fregata Argo, il gruppo sarebbe giunto in Gran Bretagna.

Intanto il Direttorio aveva sostituito Lanse con Boniface, che era più tollerante verso Smith e Wright, e infatti gli diede più libertà. In seguito, Lepley con una dichiarazione affermò che i prigionieri britannici sarebbero stati trasferiti in un’altra prigione.

Si arriva così al 23 e al 25 aprile, quando gli agenti inglesi Boisgirard e Le Grand si vestirono con gli abiti dei soldati della Guardia Nazionale arrivando fino alla prigione del Tempio con l’obbiettivo di allontanare Smith e Wright. Vennero fatti uscire con successo e portati nella carrozza con all’interno Phélippeaux e Tromelin.

In seguito furono fatti portare in una casa a Parigi per poi andare a Rouen e infine nella costa a Le Havre dove furono imbarcati sulla fregata Argo che li riportò a casa completando così la missione.

Ma il destino di Wright avrà un epilogo tragico quando, nel 1805, dopo essere stato nuovamente catturato ed imprigionato dai francesi nella prigione del Tempio, durante l’anno precedente, verrà ritrovato morto nella sua cella, lasciando, ancora oggi, un velo di mistero su questo episodio.

La Gran Bretagna non voleva che si rivelasse il suo ruolo nel condurre operazioni illegali in territorio straniero e per questo mantenne il segreto sugli agenti coinvolti nell’operazione. Lo stesso Smith, insieme ad altre persone, disse che furono i filo monarchici a farlo evadere, oltre a dire altre affermazioni false, contribuendo così a mantenere il segreto dell’operazione, in cui entrambe le parti (Direttorio e governo inglese) trassero vantaggi dall’accaduto.

Conclusione:

Questa guerra segreta tra rivoluzione e monarchia, continuerà anche con la nascita del primo impero francese e finirà con la definitiva sconfitta di quest’ultimo, nel 1815. Per quanto questi episodi siano pressoché sconosciuti a molti, fa riflettere il fatto che la storia sia cambiata o avrebbe potuto cambiare radicalmente in base alle azioni delle persone che parteciparono a questo conflitto, che nacque nell’ombra, ma che ci rimane per molti aspetti ancora oggi, ed è probabilmente questo che rende questo argomento ancora più interessante da studiare.

Autore: Paolo Carlassara

Note:

1 Lord William Grenville (25 ottobre 1759 -12 gennaio 1834), essendo ministro degli esteri all’interno del governo di William Pitt, ebbe un ruolo centrale nella conduzione della guerra segreta contro la Francia, poiché si servì di diplomatici e agenti segreti britannici con l’obiettivo di raccogliere informazioni dando allo stesso tempo supporto ai nemici interni ed esterni della Francia.

2 William, Lord Grenville, “Commentaries of my own political life and of public transactions connected with it”, British Library (BL) Add. MS 69130, p. 5, quoted in A. D. Harvey, Collision of empires: Britain in three world wars, 1793-1945 (London, 1992), p. xi.

3 William Wickham (11 novembre 1761- 22 ottobre 1840) fu il capo delle spie inglesi in Europa, (più precisamente venne inviato in Svizzera), oltre ad essere il finanziatore di gruppi controrivoluzionari nella parte orientale e meridionale della Francia.

4 Wickham, Volume I, p. 17, Grenville a Wickham, 9 dicembre 1794.

5 In particolare gli agenti segreti francesi che operavano sul suolo britannico, tendevano ad utilizzare nomi e cognomi comuni inglesi come ad esempio “John Brown” o “John Smith”.

6 Legge istituita in Gran Bretagna nel 1793 con l’obbiettivo di regolare e controllare l’immigrazione. La rivoluzione francese aveva provocato un’ondata migratoria di francesi verso il Regno Unito, causando preoccupazione tra le autorità britanniche per la possibilità di infiltrazioni da parte di spie, che si mescolavano tra la folla di esuli per entrare indisturbate nel paese.

7 Per un approfondimento sul complotto contro il Direttorio è consigliata la lettura di M. Durey,l. “Lord Grenville and the ‘Smoking Gun’: The Plot to Assassinate the French Directory in 1798-1799 Reconsidered.” The Historical Journal 45, no. 3 (2002): 547–68.

8 In quel momento Smith e Wright avevano l’obbiettivo di catturare un corsaro francese.

Bibliografia:

Durey, Michael. “William Wickham, the Christ Church Connection and the Rise and Fall of the Security Service in Britain, 1793-1801.” The English Historical Review 121, no. 492 (2006): 714–45. http://www.jstor.org/stable/3806357.

Durey, Michael. “Lord Grenville and the ‘Smoking Gun’: The Plot to Assassinate the French Directory in 1798-1799 Reconsidered.” The Historical Journal 45, no. 3 (2002): 547–68. http://www.jstor.org/stable/3133496.

DUREY, MICHAEL. “The British Secret Service and the Escape of Sir Sidney Smith from Paris in 1798.” History 84, no. 275 (1999): 437–57. http://www.jstor.org/stable/24424590.

Sparrow, Elizabeth. “The Alien Office, 1792-1806.” The Historical Journal 33, no. 2 (1990): 361–84. http://www.jstor.org/stable/2639462.

SPARROW, ELIZABETH. “Secret Service under Pitt’s Administrations, 1792–1806.” History 83, no. 270 (1998): 280–94. http://www.jstor.org/stable/24423880.

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